L’evoluzione negli anni di un Pinus Pentaphylla var. Kokonoe
di Nicola Crivelli
fotografie dell’autore
articolo pubblicato su
BONSAItalia ARTE E NATURA n° 65
Oggi mi trovo qui a raccontarvi la storia di un Pinus Pentaphilla varietà Kokonoe. Questo è il materiale di partenza. Lo avevo acquistato per lavorarlo, durante un corso della scuola d’arte bonsai, con il Maestro Hideo Suzuki. Corso dedicato allo stile Fukinagashi (ventoso)
5.marzo.1996, Il Kokonoe appena acquistato
La varietà Kokonoe, come lo Zuisho, è una delle varietà Yatsubusa del pino bianco Giapponese.
Yatsubusa sono dei tipi di pentaphilla a crescita compatta, nana.
La Varietà kokonoe (nove gemme) ha una crescita compatta, appunto a nove gemme che partono dallo stesso punto.
Il grande lavoro da fare annualmente, che spesso scoraggia i proprietari di un pino di questo tipo, è di sfoltire questi nove ciuffetti di aghi, lasciandone soltanto due crescite.
Questo progetto è del duemila, lo feci a casa prima del corso.
Come vedrete nelle ultime foto, la pianta è stata impostata varie volte, cambiando piano piano le sue proporzioni.
Il bello del bonsai è anche questo, la sua forma non è statica ma in continua evoluzione
Eccola in settembre del 2000, dopo la sua prima impostazione nello stile Fukinagashi
Da questo fronte si evidenzia lo shari (scortecciamento del tronco) che dà un senso di vissuto alla pianta
Il tratto centrale del tronco è un po’ cilindrico
lo shari aiuta anche ad attenuare questo difetto
Nel 2002 in un vaso bonsai. La potatura di alcuni rami durante la prima impostazione ha causato un ulteriore ritiro di linfa che ha aumentato la zona di shari
Questo imprevisto ha comunque fatto sì che la zona di innesto sia meno visibile
Ebbene si, questi tipi di pino sono innestati.
Innestati per moltiplicare delle piante con un tipo di ago considerato di pregio
25.05.2003
Come si può vedere da questa foto, in soli tre anni si è considerevolmente infoltito
04.03.2005
Non riparo mai i pini pentaphylla in inverno.
Elimino anche il secondo ramo che copriva il ramo sottostante
dicembre 2005
sotto la neve
17.01.2006
01.06.2006
Cambio del vaso ed infoltimento dei palchi
Gennaio 2007
Si rimette il filo ai palchi
Dopo la filatura
08.07.2007
Tengo questo ed altri pini in questa zona del mio giardino, ben ventilata
Perciò li fisso bene ai bancali con delle cinghie
L’apice appare troppo staccato dal primo palco
19.12.2007
Nel dicembre del 2007 si riparte con il filo.
Oltre alla divisione dei palchi, il mio obiettivo è quello di alzare un ramo posteriore, in modo da diminuire il distacco tra le due masse di vegetazione
31.12.2007
dopo la filatura
03.01.2008
una spruzzata di neve
Aprile 2008 decido che è ora di portare questo pino in esposizione,
quelli che seguono sono gli allestimenti di prova
Per fotografare le piante e per mio esercizio personale uso sempre il tokonoma
Il tokonoma, nella casa tradizionale Giapponese è uno spazio, una nicchia, quasi sacra.
In questo spazio il bonsai ed i suo elementi d’accompagnamento devono raggiungere un equilibrio ed un potere evocativo
Primo allestimento
Il tavolino si sposa bene con il vaso e la pianta,
La shitakusa (shita=sotto kusa=erba) è un semprevivo rustico cresciuto su una roccia
L’ambiente che dovrebbe evocare un pino di questo tipo è quello aspro e montano.
Un albero che ha subito un forte impatto, che l’ha quasi sradicato, causandogli un parziale disseccamento del tronco (shari)
Un ambiente roccioso suggerito dalla shitakusa cresciuta su una roccia
Una cosa negativa di questo allestimento è l’eccessivo spazio sopra la composizione
Secondo allestimento
Per riempire il vuoto ho usato un kakejiku con una calligrafia di Norio Nagaiama, mio Maestro di Shodo
Il significato del kanji (carattere cinese) è KAN
Parola usata nello Zen che significa la serenità che si raggiunge dopo il Satori (illuminazione)
il problema di questo allestimento, che è comunque ben equilibrato, è che il pino rimane troppo in basso
L’osservatore può apprezzare la chioma ma difficilmente potrà apprezzare la struttura interna della ramificazione
Terzo allestimento
Provo ad alzare il pino.
Alzandolo si evidenzia la struttura della ramificazione interna
Però ora il pino e la calligrafia sono quasi alla stessa altezza.
Un altra stonatura è causata dal tavolo che anche se proporzionato come volume e peso visivo, è un tipico tavolo da latifoglia (le bacchette nella parte alta sono tipiche dei tavolini per latifoglie)
Quarto allestimento
Togliendo la calligrafia, l’allestimento diventa più arioso
Quinto allestimento
Con questo tavolo si può usare la calligrafia.
Il tavolino è molto raffinato, forse un po’ troppo
3.05.2008
Così come ho presentato la pianta all’Esposizione Nazionale Svizzera
Nationale Ausstellung Schinznach 2008
dove si è aggiudicata lo Swiss Bonsai Award, primo premio nella categoria conifere d’importazione
Come capita spesso alle mostre bonsai è difficile portare degli allestimenti adeguati, salvo rare eccezioni
24.05.2008 VIVINATURA
20 giorni dopo ho usato questo allestimento a Castelnuovo Rangone alla diciassettesima edizione di VIVINATURA – Tokonoma in Mostra
In questo caso la mostra era strutturata per ospitare degli allestimenti in Tokonoma e lo spazio non mancava
In 20 giorni le candele si sono aperte completamente creando un bel gioco di vuoti e di pieni
Menzione di merito
VI° Trofeo città di Lodi
Mostra di bonsai
Lodi 25-26 ottobre 2008
Sakka Ten
Autumn trees
Bressanone 14-11-08
17/3/2010
Festa di Primavera
20/3/2010
Ristrutturazione
29/3/2010
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Complimenti per il lavoro svolto e soprattutto per la visione d’insieme della pianta. Come sempre del resto
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credo che crivelli.. sia l’unico che aiuta tutti gli appasionati di bonsai, con delle ottime presentazioni, e sopratutto con tantissime foto….. grazie nicola per quello che ci dai da vedere……….
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Presentazione molto accurata e “illuminante” del lungo percorso per avere una pianta adeguata e, in particolare, un allestimento efficace e spiritualmente evocativo. Bravo!
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