Roverella romagnola in stile Bun-Jin Shakan

Articolo pubblicato su Bonsai Kunst nr 82

Quercus pubescent

Da diversi anni sono ospite al Romagna Bonsai Club, che mi ha permesso di avvicinarmi a questa essenza, spesso utilizzata dagli amici romagnoli.

La roverella è la specie di quercia più diffusa in Italia; in natura cresce su terreni aridi e sopporta relativamente bene le basse temperature.

È poco diffusa in Svizzera e in Ticino non è presente.

Coltivato a bonsai ama terricci areati: io uso un mix di pomice, akadama e 10% di kanuma per acidificare il substrato.

In Svizzera va riparato nei periodi più freddi dell’inverno, specialmente se in vaso piccolo.

Le sue caratteristiche principali sono una corteccia molto rustica che in alcuni esemplari può diventare molto fessurata. In Italia si raccolgono yamadori di roverelle con tronchi molto contorti e compatti.

La foglia è molto bella e può variare di forma da esemplare a esemplare; di solito di dimensioni ridotte già in natura, coltivandola con le tecniche bonsai si riesce a ridurne ancora di più la dimensione.

Cicatrizza abbastanza facilmente i tagli ed essendo un’essenza dal carattere maschile vengono accettati anche i jin e gli shari. La legna, comunque, non è molto duratura e tende a marcire e a svuotarsi se non trattata e risanata.

Da diversi anni seguo Nevis un allievo e amico romagnolo che in collezione ha molte roverelle. Ho iniziato lavorando le sue piante e ho imparato molto da lui sulla coltivazione di questa essenza.

Ora ho in collezione una decina di roverelle che mi stanno dando molte soddisfazioni.

Purtroppo è molto difficile trovare nel mondo bonsai roverelle che assomiglino come tipologia alle vecchie querce in natura.

Io nelle mie querce cerco comunque di mantenere un carattere naturale nella ramificazione.

Il materiale

Mi fu proposto questo materiale, a mio avviso molto interessante, per via della corteccia molto fessurata sul tronco sottile. La tipologia bunjin non è molto popolare, infatti, normalmente, nelle roverelle si ricerca un tronco più grosso, maschile, contorto e conico.

Io però amo questo stile che viene applicato soprattutto ai pini.

Primo rinvaso

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Prima di lavorare un materiale yamadori è buona regola effettuare un rinvaso.

Scopi del rinvaso:

-rimuovere il terriccio originale, spesso si tratta di argilla, e sostituirlo con uno più adatto.

-rimuovere eventuali fittoni

-cercare e valorizzare il nebari. Dopo aver individuato il nebari e il tachiagari è molto più facile scegliere il fronte corretto e il movimento del tronco.

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Come si può notare dalle foto 5 il nebari era parzialmente interrato e poco individuabile, come anche il movimento del tronco. Lo stile adatto è Shakan (inclinato) Bunjin

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IMG_3019 21 7 12Agosto 2012, provo alcuni allestimenti nel tokonoma.

Nel mio modo di lavorare è molto importante la presentazione della pianta nel tokonoma, questo ti fa capire già da subito, come programmare la struttura della pianta e della ramificazione.

 

Coltivazione

Dal 2012 al 2016 la roverella è stata coltivata in un vaso basso e tondo.

Il vaso “definitivo” è del vasaio italiano Walter Dal Pra. Si tratta di un vaso tondo e basso dalla texture materica, cotto in forno a legna, che si sposa molto bene con la vecchia corteccia della roverella.

Le roverelle sono essenze generose. In questi anni ho lavorato sulla ramificazione fine.

Per me, soprattutto nelle latifoglie, sono importanti i rami bassi; in questo caso, il primo ramo è stato costruito quasi da zero.

 

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Particolre dello shari e della corteccia

La roverella inizia a maturare, decido di proporla per la mostra che si tiene ogni giugno a Predazzo in Trentino, il Summer Bonsai Festival, uno dei numerosi appuntamenti della Nippon Bonsai Sakka Kyokai Europe.

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La roverella alla sua prima uscita alla mostra Summer Bonsai Festival della Nippon Bonsai Sakka Kyokai

 

NBSKE

Da diversi anni, in giugno, si svolge il Summer Bonsai Festival a Predazzo, una mostra di bonsai e suiseki dei soci della Nippon Bonsai Sakka Kyokai

Sono diverse le conferenze sulla cultura bonsai e sulla botanica, nonché le passeggiate sul territorio per studiare le piante in natura, mughi, larici e, quest’anno, il pino silvestre.

https://summerbonsaifestival.wordpress.com

http://www.sakkakyookai-e.com

 

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7 ottobre 2016

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Swiss Bonsai Award Nationale Bonsai und Suiseki Ausstellung 2016

Kategorie Laubbaum einheimisch

1° Preis

La mia roverella alla mostra nazionale svizzera.

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Presentazione

Con il tavolino alto si ha l’impressione che la pianta si sporga da un crepaccio sul lato di una montagna.

Lo shari e il gomito nella prima parte del tronco, ci raccontano che dalla montagna ogni tanto cadono sassi che impediscono alla pianta di crescere verticale.

Sebbene si tratti di una latifoglia dalla corteccia maschile, ho cercato di mantenere in questa pianta una leggerezza nella ramificazione e nel tronco tipica delle vecchie latifoglie.

Come molte latifoglie, le roverelle hanno una stupenda colorazione autunnale. Sono anche molto evocative in veste invernale ed in primavera con i germogli gonfi.