PENTAPHYLLA EUROPEO

Di Nicola Crivelli

Fotografie dell’autore

articolo pubblicato su

BONSAItalia ARTE E NATURA  n° 56

L’evoluzione di un pino a 5 aghi da giardino dal 1995 al 2006

La storia di un materiale da giardino di poco costo coltivato per 11 anni, dai primi passi da autodidatta sino ad un’importante ristrutturazione sotto la guida del Maestro Hideo Suzuki.

  Il pino a 5 aghi in un vaso di coltivazione nel 95.
 
La stessa pianta nell’inverno del 2006.

Questo albero fa parte di quel primo gruppo di piante che mi hanno aiutato a fare i primi passi nella via del bonsai e sulle quali ho fatto le esperienze necessarie, per poi muovermi con sicurezza su materiali più importanti. Una cosiddetta pianta palestra.

Io situo l’inizio del mio bonsai do intorno alla fine degli anni 80. Dopo le prime esperienze solitarie, mi sono iscritto al Bonsai Club locale, nel quale  sono ancora attivo. Nel 98, dopo circa 10 anni di attività autodidatta, mi sono iscritto alla Scuola d’Arte Bonsai del Maestro Hideo Suzuki; da quel momento le mie piante hanno incominciato a migliorare.

Come detto, questa pianta è un po’ lo specchio  della mia crescita come bonsaista.

Ora, con 18 anni di esperienza, avrei programmato diversamente gli interventi su questo pino, arrivando allo stesso risultato con la metà del tempo. Ma il bello di questo bonsai è proprio il fatto di essere cresciuti insieme, passando da insuccessi e ripensamenti, imparando a seguire i suoi ritmi, portando un materiale alla portata di tutti ad un buon livello di coltivazione e strutturazione.

IL MATERIALE

Si tratta di un pino a 5 aghi a portamento strisciante da giardino, probabilmente innestato su pino silvestre. Questo materiale dai rami bassi e striscianti, con una crescita cespugliosa, mi ha ispirato l’impostazione a cascata. Ad eccezione di alcune modifiche che spiegherò successivamente, la struttura di base della pianta è rimasta invariata. Infatti, la caratteristica di questo materiale è proprio il ramo in cascata, che più volte è stato modellato. È stata anche valutata la possibilità di eliminarlo, ma senza di esso avrebbe perso carattere e spessore.

  1998 La prima impostazione grossolana
 

Nel 2000 rinvasato in un vaso bonsai, e presentato per la prima volta ad un’esposizione del nostro club, Bonsai Club Ticino

Nel 2001 in un vaso più piccolo ed elegante. Primo abbozzo di un allestimento tradizionale in  tokonoma casalingo fai da te

Nel 2002 è stato ripresentato alla esposizione biennale del Bonsai Club Ticino

2003 la forma del ramo principale ha subito delle ristrutturazioni mirate a movimentarlo perchè era troppo dritto e rigido. La rigidità è innaturale in uno stile Kengai.

Lo stile Kengai deve rappresentare una pianta che lotta per sopravvivere in un ambiente difficile.

Anche se un pino, per sua natura, non si sviluppa in forme estreme tipiche dello Shinpaku (Juniperu Chinensis) si deve evitare, nell’impostare i rami, le forme rigide e cilindriche.

Deve dare l’impressione di una pianta che non può svilupparsi in verticale, con un apice compatto e uno sviluppo marcato nei rami in cascata che crescono cercando la luce.

Nel giugno del 2004 è esposto ad uno stage di Aikido  in un allestimento particolare.

In questo allestimento il bonsai diventa un elemento secondario. L’elemento principale è chiaramente il ritratto di Ueshiba il fondatore dell’Aikido.

In questo periodo il bonsai mi ha portato ad esplorare altre Vie, come l’Aikido e lo Shodo

La ristrutturazione

Autunno 2004

Fino a quel momento, circa 10 anni di coltivazione, la pianta non aveva subito interventi importanti. Negli anni ha acquistato maturità e si è infittita, ma presentava ancora dei difetti. Il ramo principale in cascata era ancora troppo rigido, e l’apice troppo alto ed espanso. La parte apicale e la parte in cascata erano quasi speculari. Mi sono deciso dunque a portarlo a scuola per una ristrutturazione sotto la guida del Maestro Suzuki.

Gli interventi da effettuare sul ramo in cascata e sull’apice erano abbastanza drastici. Ho dovuto quindi fasciare, in questo caso con strisce di stoffa, la zona da piegare.
 

Ho eseguito la piega sul ramo in cascata, nella prima parte del ramo, vicino all‘attaccatura al tronco.  Inoltre ho alzato il ramo con l’aiuto di una leva.

La seconda parte dell’intervento era mirato a compattare l’apice. Un ramo sulla destra nella zona apicale è stato eliminato, venendosi a trovare all’interno della piega e non avendo più spazio per svilupparsi.

Con la nuova inclinazione il tronco è quasi parallelo al terreno.  A questo punto ho adattato l’intera ramificazione alla nuova posizione in vaso.


Nel disegno è stato evidenziato il nuovo andamento del ramo in cascata, che ha ricevuto un cambio di direzione nella prima parte, quella più rigida.Anche l’apice ha un movimento più sinuoso.

L’apice è stato compattato con l’aiuto di leve e tiranti.   Abbassando l’apice, il tronco appare più massiccio e movimentato.   Il secondo ramo a sinistra, ancora piccolo, dovrà svilupparsi per diventare una parte importante del ramo in cascata, che si presenta spoglio nella prima sezione.   Nell’insieme il risultato è un classico stile han-kengai

Nella primavera del 2005 l’ho rinvasato nello stesso vaso con la inclinazione attuale.

Oggi

19 12 06

Goyo Matsu

50 cm

calligrafia di Bruno RivaMu ShinCuore Puro

In conclusione con questa ristrutturazione é stata ridotta l’altezza della pianta ed aumentato l’infittimento.

Sono stati eliminati pochi rami, si è sfruttata tutta la ramificazione già esistente.

La pianta presentava un tronco poco interessante e relativamente snello. Con le nuove pieghe ha aumentato di interesse e visivamente sembra più spesso.

2-1-08

1-10-08

4-10-08

Bonsaiautumn 08 – Nominated Bonsai

 

31-12-08

 
 

Guarda anche la discussione sul Trinacria Bonsai Forum

http://www.trinacriabonsai.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=684