Shinpaku contorto


Testo e foto di Nicola Crivelli

tratto da articolo  Bonsaitalia ARTE E NATURA n° 45

La mia essenza preferita è il shinpaku, anche se nel mio giardino coltivo svariati tipi di piante. Amo anche gli aceri, le piante da fiore ed i pini.

Ma per presentarmi ad un esame, nel caso particolare il dodicesimo, il materiale adatto, nel mio caso, penso sia proprio il juniperus chinensis.

Questa pianta in particolare mi pareva idonea.

1.non troppo grossa (non sarebbe stato necessario correre per terminare l’impostazione come mi era capitato all’esame del IV corso) .

2.un tronco contorto , massiccio e parecchia legna secca, caratteristiche tipiche per questa essenza.

3.pochi rami da impostare e relativamente facili da piegare

Un bel materiale insomma.

FOTO 1.  Analizziamo ora i pregi e i difetti di questo materiale. In questo lato del tronco le curve sono interessanti, come anche la prima parte di shari, ma la parte superiore è dritta e porta l’apice indietro.

Col senno di poi forse si sarebbe potuto lavorare quella parte cilindrica del tronco con la fresa per renderla più flessibile, armarla col filo, fasciarla con la rafia e poi piegarla in avanti.

FOTO 2. Si nota lo stesso lato del tronco e la zona cilindrica nella parte apicale.

La vegetazione è composta da soli 5 rami con vegetazione relativamente lontana.

FOTO 3. Anche questo possibile fronte è molto interessante. Ma le curve sono un po’ troppo estreme per i miei gusti, e nell‘insieme, creavano una massa quadrata, troppo simmetrica. Il nebari non è il massimo.

Le prime tre foto risalgono alla primavera del 2004. Siccome la vegetazione era un po’ lontana ho potato leggermente i rami per infoltirli in vista dell’esame d’autunno dello stesso anno.

FOTO 4. Il ginepro prima dell’esame.

Il lato fotografato è praticamente quello scelto in seguito come fronte, e la vegetazione è più compatta.

FOTO 5. La pianta fotografata alla fine della lavorazione.

Il nebari in questa posizione è più interessante, parte da destra dove vi sono la maggior parte delle radici vive. Sulla sinistra si intravedono radici secche e lo shari, che andrà poi allargato e perfezionato. Spazzolando la corteccia vecchia ho potuto evidenziare le Misusui (vene vive) più gonfie che seguono l’andamento del tronco.

Il Maestro Suzuki ha evidenziato, nel commento finale, che la direzione è poco definita.

Infatti i due rami principali non sono abbastanza differenziati. Probabilmente uno dei due andrà in futuro eliminato, ridotto o accentuato.

Il movimento del tronco, dal fronte attuale, può sembrare sprecato, ma siccome un bonsai non è un immagine bidimensionale e deve essere bello da qualsiasi parte lo si guardi, ho preferito un movimento poco marcato sul fronte, che aumenta girandogli in torno (Disegno 1). Un buon movimento del tronco, va in tutte le direzioni, destra – sinistra, avanti – indietro.

Questo movimento va continuato lungo i rami.

FOTO 6. La pianta è stata rinvasata questa primavera. Il vaso è forse un po’ troppo grande, ma ora la pianta deve crescere.

Il ginepro è accompagnato in questo allestimento da un mio esercizio di calligrafia, che rappresenta il kanji HIKA(RU) illuminare brillare, HIKARI luce. Adatto ad un allestimento primaverile.

Con l’attuale posizione nel vaso, ho accentuato la direzione dell’albero verso destra.

Il ramo destro, per enfatizzare il movimento, dovrà svilupparsi in quella direzione oppure essere tolto – quando i palchi superiori saranno ingrossati – lasciando un vuoto che evidenzierà i Jin attualmente nascosti.

FOTO 7. Il retro con un interessante shari. Una parte del ramo a sinistra nella foto andrà spostata sul retro per dare profondità all’insieme.

FOTO 8. Il lato destro.

Il movimento del tronco è molto marcato. L’apice si piega verso l’osservatore (disegno 2).

FOTO 9. Lato sinistro.

Anche da questo lato un marcato movimento del tronco (disegno3).

FOTO 10. Il nebari ben si ancora al terreno, con un movimento verso destra che dà stabilità alla pianta.

FOTO 11. Il “ventre” del ginepro, punto focale. Sul fronte questa parte può sembrare statica, rigida ma appena si cambia leggermente l’angolo visivo acquista movimento.

Le vene vive e lo shari dovranno col tempo accentuare questo movimento anche dal fronte (vedi disegni 1).

FOTO 12. Il ramo sinistro è stato suddiviso in vari palchi, uno dei quali si sposta sul retro per dare profondità.

FOTO 13. Il tronco visto dal basso.

Un bonsai, come ha spiegato il Maestro Andoo alla festa di Primavera, deve seguire i due principi YING YANG, non deve essere bello solo nella sua parte esteriore e visibile, ma deve essere bello, ordinato e ben costruito anche nella struttura dei rami, che in futuro verrà coperta dalla vegetazione, e sarà visibile solo osservandolo dal basso.

FOTO 14. La struttura dell’apice vista dal basso.

La terza parte dell’esame (la prima consiste in un tema preparato a casa), prevede l’esposizione di un bonsai, secondo i canoni giapponesi insegnatici negli anni dal Maestro Suzuki, tavolino erba di compagnia (shitakusa), scroll (dipinto o calligrafia) o tempai (statuine evocative in metallo).

FOTO 15/16/17. Panoramica dell’allestimento da parte degli esaminandi.

FOTO 18. Il mio allestimento comprende un Shinpaku realizzato durante il corso relativo a tale essenza (già presentato in un articolo su questa rivista n.31 Gennaio/Febbraio 2003).

Nell’esposizione il bonsai deve evocare la stagione. Quando il bonsai è una conifera, che non ha cambiamenti rimarcabili durante l’anno, la stagione viene evidenziata dagli elementi d’accompagnamento.

La luna raffigurata nel dipinto, rappresenta l’autunno per la cultura giapponese.

La luna dipinta su seta è appena percepibile e velata dalla nebbia. Il dipinto ingiallito, inoltre, dà un gusto di WABI SABI  alla composizione.

Il secondo elemento, che dà un tocco autunnale alla composizione è l’erbetta dalle tinte rossicce.

Queste due componenti, pur essendo importanti per evocare la stagione, non devono distogliere l’attenzione dal soggetto principale, ossia il bonsai.

L’esposizione, con bonsai di queste dimensioni, deve essere allestita con al massimo 3 elementi, e formare un triangolo scaleno. Deve aiutare la pianta a evocare l’ambiente dove sarebbe potuta crescere, senza essere troppo esplicita. L’osservatore deve essere aiutato a immaginare o ricordare questi paesaggi naturali.

In questo caso un scenario alpino in una fresca serata di autunnale.

2006
ottobre 2006
17/10/06 – Nuovo Fronte
6/10/07
9/10/07
2008
12/7/08
a sinistra?
a destra?
11/2/09 . rinvasato con la nuova inclinazione
misusui
31/7/09
27/8/10
3/9/10 – Ghemme
Nominated tree- Bonsaiautumn 6
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Saulieu 2011
2° premio BonsaiGenova 2011
 
 XIII° Noelanders Trophy 2012
Noelanders Trophy XIII

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