Prove di allestimento con un abete chokkan/sankan dal portamento snello ed elegante.
L’abete prima della filatura



Shin-shin-sou, così possiamo classificare questo bonsai. Conifera/shin, chokkan/shin e bunjin/sou. I carattere intrinseco di questa composizione è shin/sou. Un kabudachi (ceppaia), sankan ( 3 tronchi), chokkan (eretto formale) e bunjin (tronchi snelli ed eleganti). Un gruppo di eruditi, tre monaci, tre Jedi riuniti in consiglio.
Direzione di un eretto formale, chokkan.
Lo stile chokkan esprime poco la direzione, di solito il sashieda ( ramo importante direzionale) serve a questo scopo, anche l’apice o il vuoto possono sottoliniare il nagare (flusso, direzione)
Per me questo albero potrebbe evolvere con un nagare neutro, esponibile a destra o a sinistra a seconda delle necessità espositive. Come alcuni shohin.
Uno dei rami di destra potrebbe comunque diventare un sahieda, dirigendo il nagare a destra .
Il Tokkazari

Proviamo ad usare un kakemono di Andrea Zamboni, una luna velata. Ho provato anche con un monte fuji, ma diventava troppo importante.


Sicuramente l’allestimento è più raffinato e delicato. Mi piace il vuoto.




Yume, sogno, risveglio. Opera del monaco del santuario Daitoku-ji di Tokyo.
Esempio di una lezione di kazari alla Kitora’s Bonsai School.
Bravo Patrik Lüthi.