A quei tempi iniziavano ad essere reperibili diversi libri e riviste, quei libri e riviste che hanno formato il bonsaismo Italiano.Devo fare una premessa, io vivo in una realtà, quella della Svizzera Italiana, che si è sempre ispirata al bonsaismo Italiano.
Riviste, libri, scuole, centri bonsai, ecc
Seguendo la realtà italiana, ma con un certo distacco, dovuto in primo luogo alla frontiera,
per molti anni il transito di piante e bonsai è stato regolamentato da severe leggi.
In venti anni il bonsaismo italiano ha avuto molti cambiamenti, sfaccettandosi e dirigendosi in diverse direzioni.
Il nostro Club, del quale dal 2007 al 2011 sono stato segretario, è rimasto abbastanza isolato e staccato da questi cambiamenti, osservandoli da “lontano”
Avendo comunque saltuari contatti con la realtà italiana, negli anni 90 abbiamo invitato diverse volte al Club Carlo Oddone che ha dato una forte impronta al modo di lavorare dei soci.
Diversi sono stati anche gli incontri con Noboyuki Kajiwara docente dell’Università del Bonsai.
Comunque la più importante influenza sul mio modo di fare bonsai l’ho ricevuta dal mio Maestro, Hideo Suzuki.
Nel 99 iniziai a frequentare la Scuola D’arte Bonsai e ne diventai Istruttore nel 2006
Si pensa che diventati Istruttori il proprio percorso sia concluso?
Non si finisce mai di imparare, la via del bonsai, come il BONSAI, non è mai finita.

Vi spiego la nascita del mio nickname.
Inutile negarlo, la mia passione per il Giappone è cosa vecchia, forse iniziò ancor prima della mia passione per i Bonsai.
Va bene confessiamolo, mi innamorai del Giappone sorbendomi i primi Goldrake Ufo Robot, Mazinga Z ecc

Prima di allora non distinguevo un Cinese da un Giapponese ;
Ecco spiegato perché la mia visione del bonsai è Molto ma Molto Giapponese.
Tornando al nickname, quando iniziai a studiare lo shodo con il Maestro Nagayana nel 2004, dovetti cercarmi un nome, uno pseudonimo in caratteri giapponesi.
Il Ki è l’energia che scorre in tutte le cose, c’è ma non si vede
Mentre Tora vuol dire tigre, il mio anno nell’oroscopo cinese, 1962.
Il Ki è una cosa molto difficile da percepire, è un’energia, quando si fa una cosa con il cuore (shin in giapponese oltre che cuore significa mente, spirito, anima) questa cosa si impregna di KI.
Questo concetto non è solo giapponese, lo si può osservare anche nell’arte occidentale.
Disegnando o dipingendo, un artista cerca di dare alla sua opera le così dette palle, il carattere, la forza; non cerca il bello o carino, ma spesso l’Opera d’Arte fatta con il cuore è inquietante e fa sentire un brivido dentro.
Tutte le discipline giapponesi sono attraversate da questa linea di pensiero, il KI.
Le arti marziali coltivano il Ki, come lo Shodo ed anche il bonsai.
Studiando con il Maestro Suzuki e poi anche con altri, questo concetto di Bonsai Do si è sempre di più rafforzato, e spero che traspiri anche dai miei bonsai, che piano piano stanno maturando.
Amatore Bonsai
Dal 2006 sono Istruttore, ma ancora amatore.
Amatore perché quando costruisco un bonsai le mie scelte sono dettate non dal bisogno di rendere la pianta in minor tempo possibile commercialmente appetibile, ma dai giusti interventi diluiti nel tempo secondo i ritmi della pianta.
Un bonsai non si crea in un’impostazione, la prima impostazione sarà seguita da una seconda e una terza e via dicendo.
In genere una decina d’anni è il tempo che in Giappone passa dalla prima impostazione alla presentazione di una pianta in mostra. E questo è già* correre.
Kitora no Do
Il mio sito personale si chiama Kitora no do, la Via di Kitora
La mia via, il mio percorso, sul quale ho incontrato ed incontro molte persone, ed ognuna contribuisce nel forgiare la mia idea di Bonsai.
Indipendentemente dalla scuola o linea di pensiero.
Il Bonsai è una malattia
Spesso scherzando Hideo Suzuki faceva questa battuta, bisogna infettarsi con il virus del bonsai.
Una volta infettati, il bonsai diventa un compagno di vita del quale non si può più fare a meno.
Un buon bonsai richiede molte attenzioni e cure quotidiane.
Asobi
Asobi in giapponese vuol dire giocare, divertirsi.
Il bonsai deve rimanere un divertimento, un piacere, quando diventa un peso, un oggetto di prestigio, un modo per guadagnarsi la pagnotta, finisce la magia 😉
kitora@mac.com
https://kitorabonsai.wordpress.com
Testo e foto: Nicola Crivelli








Sono un appassionato molto recente di bonsai e la visione di questi stupendi alberelli ha contribuito ad accrescere il mio interesse.Praticando da dilettante la scultura su legno mi sento anche di condividere l’interpretazione artistica dell’autore.Pur avendo recuperato alcune piantine di abete interessanti,non possiedo tuttavia l’esperienza per procedere alle prime impostazioni.Sarei grato all’autore se potesse darmi qualche consiglio(libri inclusi)anche relativo ad eventuali scuole bonsai che potrei frequentare dalle mie parti(abito a mestre).Ringrazio fin d’ora e mi riservo di inviare delle foto dei miei yamadori,qualora potesse interessare.
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Ciao Davide, di libri e scuole ce ne sono parecchi, posso consigliarti un libro che a me è piaciuto tantissimo, COME CREARE UN BONSAI DI PINO di Abe Kurakichi
lo puoi ordinare a questo link
http://www.edizionivolonterio.it/index.php?option=com_content&view=article&id=50&Itemid=56&lang=it
Per quanto riguarda le scuole, nel veneto ce ne sono diverse, so che a Mestre c’è stata una succursale della scuola d’arte bonsai, della quale sono pure io istruttore, che ha formato diverse persone a un buon livello
http://pianurabonsai.wordpress.com
http://www.scuolabonsai.it
Poi c’è la scuola di Edoardo Rossi a Padova,
http://www.edoardorossibonsai.it
e molte altre ancora
spero di esserti stato utile
cordiali saluti
Nicola
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https://kitorabonsai.wordpress.com/2013/01/02/14292/
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https://kitorabonsai.wordpress.com/2013/01/02/tecniche-bonsai-1-e-2/
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