Pinus strobus shohin

IMG_7498 Non mi ricordo più quando entro nella mia collezione questo pinus stobus da seme.

Gli aghi lunghi di questa varietà di pino avevano scoraggiato il precedente proprietario di questo pinetto.IMG_7499 Da giovane il pino strobo ha la corteccia molto liscia, come il Pino bianco giapponese, con il tempo comunque anche lo strobus fa una corteccia interessante.IMG_7500 Dopo la filatura.

Avevo comunque già filato negli anni scorsi il tronco di questo pino, come si fa con i ginepri da talea avevo cercato di dargli delle curve interessanti.IMG_7501 La caratteristica di questo shohin saranno gli aghi lunghi e morbidi.IMG_7502 IMG_7503 IMG_7504 Il retro

IMG_7505 IMG_7506 IMG_7507 IMG_7508 IMG_7509Il fronte

 

Biancospino di Remo

IMG_7465Questo biancospino è molto ramificato, eseguirò solo una potatura leggera e un po’ di filo.IMG_7466 IMG_7467 Senza foglie si vedono i rami che non vanno bene, quelli troppo grossi e/o cilindrici.IMG_7468 Anche in questa pianta è da mantenere e far sviluppare la ramificazione bassa.IMG_7469Filatura del primo ramo che dovrà prendere forza e carattere.
IMG_7470 IMG_7471 Il biancospino dopo la potatura e filatura.

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L’olmo di Remo

IMG_7452 Questo olmo ha un tronco molto ben costruito, anche la ramificazione primari è nei posti giusti.IMG_7453 Bisognerà lavorare di rifinitura, su una latifoglia di questo tipo è molto importante la ramificazione fine.IMG_7454 IMG_7455 L’omo è stato defogliato.IMG_7456 IMG_7457 Elimino le radici aeree perché su questa essenza è molto importante un nebari classico.IMG_7458 IMG_7459Dopo la potatura e filatura

I rami bassi dovranno aumentare di spessore, il tronco ha un bel movimento.
IMG_7460 Consiglio per il futuro la coltivazione di questa pianta in un vaso basso rettangolare o ovale. La coltivazione in vaso basso aiuta la formazione di un buon nebari, inoltre per formare una ramificazione fine la pianta non deve avere una spinta di crescita troppo forte.IMG_7461
IMG_7462 Lato destroIMG_7463 Lato sinistroIMG_7464Fronte

 

Evonimo di Remo

IMG_7437 IMG_7438 IMG_7439 IMG_7440 L’evonimo defogliatoIMG_7441 IMG_7442 IMG_7443 IMG_7444Bisogna intervenire sul grosso taglio
IMG_7445 IMG_7446 Con l’aiuto di una fresa elettrica assottiglio i bordi del taglioIMG_7447Si eliminano i rami che non servono, quelli troppo grossi e cilindrici
IMG_7448 IMG_7449 Con un po’ di filo di alluminio ordino la ramificazione.IMG_7450 Il ramo con i germogli verdi servirà ad aiutare la cicatrizzazione del taglio, è probabile che in futuro verrà accorciato se non addirittura eliminato.IMG_7451Il nebari

 

 

Biancospino di Remo

IMG_7410 Biancospino probabilmente yamadori.

L’apice è molto forte mentre i rami bassi sono un po’ deboli, bisogna riequilibrare la dominanza apicale.IMG_7411 I due fronti sono abbastanza simili, mon ci sono punti d’interesse particolari.IMG_7412 il biancospino è stato defogliato per poter analizzare la struttura dei rami.IMG_7413 IMG_7414 IMG_7415In questa zona del tronco si intuisce un ritiro di linfa.

IMG_7416 IMG_7417 Nella zona dove ha ritirato la linfa il legno è deteriorato.IMG_7418La parte interna del legno è polverizzata. Con un bisturi limino la parte morbida del legno.
IMG_7419 IMG_7420 Utilizzo per la pulizia del secco diversi tipi di spazzole.IMG_7421 -sapazzola di ottone rigida

-spazzola di ottone morbida

-spazzolini di ferro duro e morbido

-spazzolino di nylon del tipo per pulire le dentiere

Ho utilizzato anche la spazzola di nylon del proxxon.

IMG_7422Il secco è stato pulito.
IMG_7423 IMG_7424 Si consolida il secco con liquido per jin.IMG_7425 Di norma si sconsiglia il secco sulle latifoglie, in questo caso cercheremo di vedere il biancospino come se fosse un prunus mume.IMG_7426 La parte di legno morta potrà diventare il punto focale di questo biancospinoIMG_7427 IMG_7428 Inizio a filare i rami più bassi, questi rami sono importanti e dovranno aumentare di spessore.IMG_7429 Per questo motivo non sono stati potati, ho cercato di movimentarli con la filatura.IMG_7430 La pianta è stata completamente filata, la zona apicale è stata anche potata energicamente.IMG_7431 IMG_7432 IMG_7433FRONTE A

Ho lasciato aperti la scelta del fronte, in futuro si deciderà se scegliere la parte con lo shari o il fronte con meno legna secca.IMG_7434 FRONTE B

IMG_7435 Osservando la pianta dal lato sinistro si può già intuire quale dei due fronti è più corretto.IMG_7436

Restyling di un corniolo di Remo

IMG_7390Oggi ho defogliato, potato e filato questo interessante corniolo di 40 cm di altezza, di taglia kifu, della collezione  di Remo.
IMG_7391 In questo periodo score ancora linfa, perciò le ramificazione risulta ancra facilmente modellabile con il filo.IMG_7392Immagino che sia una pianta di origine yamadori.

Lo shari non è molto interessante, preferisco metterlo sul retro della pianta.
IMG_7393 Il corniolo è già molto ramificato e presenta anche parecchie gemme da fiore.IMG_7394 Nella parte apicale c’è un grosso ramo, che forse si voleva usare come apice.IMG_7395 La pianta vista di lato.IMG_7396 Per me questo è il retro, su questo lato ci sono diversi rami di profondità.IMG_7397 IMG_7398 Qui bisognerà prendere una decisione abbastanza drastica.

IMG_7399 Decido di eliminare il grosso ramo che cresceva nella parte destra dell’apice. La decisine non è stata facile, anche perché questo ramo aveva la maggior parte delle gemme da fiore.IMG_7400 Comunque era molto grosso di spessore per un ramo apicale, e faceva molta ombra al primo ramo, cosa che l’avrebbe fatto indebolire, con il rischio di perderlo.

Con la potatura autunnale si cerca di riequilibrare la dominanza apicale.IMG_7401Appena tolto il ramo, serba che si sia formato un grosso buco nella chioma della pianta.
IMG_7402 Il corniolo dopo la filatura.IMG_7403 Fronte

La parte apicale è stata molto alleggerita.

Lo sashi-eda (ramo più importante, ramo che da la direzione) deve prendere più forza, è stato potato molto poco
IMG_7404 Lato destro.

IMG_7405 Retro.IMG_7406 Lato sinistro.IMG_7407 visto dall’alto

Tutti i rami partono dal centro verso l’esterno, tutti i rami prendono luce.IMG_7408

Altre foto del workshop a Genova

altre foto del Workshop al “AMATORI BONSAI E SUISEKI GENOVA”

Foto di Marco Petillo